Una tavola rotonda – che si è svolta su Radio Maria lo scorso 10 marzo – ha sottolineato la preziosità di leggere la Bibbia contestualizzandola nella storia e nella geografia
Molti pensano che sia stato Martin Lutero (1483-1546) il primo a promuovere la traduzione dei Testi Sacri nelle varie lingue nazionali. In realtà, la prima versione italiana della Bibbia fu data alle stampe nel 1471 a cura di un monaco camaldolense: Nicolò Malermi. Nelle prime decadi del XV secolo, ebbe un certo successo anche la traduzione di Antonio Brucioli, il primo laico a essersi cimentato in questa impresa. Per i tipi di Lucantonio Giunti, l’umanista pubblicò innanzi tutto una traduzione dei Vangeli: ebbe immediatamente grande diffusione, anche grazie alle dimensioni contenute che permettevano di commercializzare l’opera in formati tascabili, e dunque molto più maneggevoli rispetto all’ingombrante Bibbia in-folio di Malermi. Leggi l’articolo apparso su Aletia e guarda l’edizione del Malermi ingrandendo la foto.
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