«Non ho sentito “Maria!”, ho sentito “Giacomo”. Quella Parola interpellava me, afferrava me». Così don Giacomo Pavanello ricostruisce gli inizi della sua vocazione: la memoria di quel momento è ancora
Girolamo (342-420), tra i Padri della Chiesa, è famoso per il suo lavoro critico sul testo delle Scritture. La Chiesa lo considera il più grande di tutti gli studiosi della Parola di Dio. A Roma si dedicò a una revisione del testo latino del Nuovo Testamento e dei Salmi. A Gerusalemme si impegnò a tradurre lui stesso la maggior parte dei libri dell’Antico Testamento direttamente dall’ebraico. Iniziò con i Libri dei Re, e continuò con il resto in tempi diversi. Quando scoprì che il Libro di Tobia e parte di Daniele era stato composto in caldeo, si mise a imparare anche questa difficile lingua. Più di una volta fu tentato di abbandonare il faticoso compito, ma la sua tenacia di studioso non lo fece demordere. Le uniche parti della Bibbia latina, ora conosciuta come la Vulgata, che non furono sottoposti al suo lavoro furono i libri della Sapienza, di Qoèlet, di Baruc e i due libri dei Maccabei. Con l’aiuto di Origene, rivide completamente i Salmi. Per conoscere più da vicino san Girolamo, guarda il video…
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